sabato 22 gennaio 2011

L'inflazione in Cina minaccia le borse mondiali, secondo la Société générale



Una crescita esplosiva ed un'inflazione che continua ad aumentare: la Cina tanto invocata dagli investitori inizia a preoccupare. Quest' inflazione crescente, assolutamente non controllata, quest' aumento dei prezzi non ha provocato una reazione sufficiente nella repubblica popolare, quindi il crack economico-finanziario potrebbe essere dietro l'angolo. Questa prospettiva dovrebbe preoccupare tutto l'occidente, in quanto la Cina recentemente continua ad investire all'estero, con un 10%-15% del mercato azionario in Europa e negli Stati Uniti fino ad arrivare ad una quota maggiore del 20% nei paesi emergenti.
Inoltre la Société Générale ricorda che grazie agli interventi diretti della FED c'è nuovamente stata una piccola recessione nell'estate del 2010 e che la crisi dei debiti sovrani non si è mostrata così acuta in Europa. In questo quadro manca però la Repubblica Popolare cinese: il pericolo che la crisi possa allargarsi al paese di mezzo sta preoccupando gran parte degli analisti. C'è chi inizia a teorizzare che vi sia un 30% di possibilità che uno scenario catastrofico possa verificarsi.
Effettivamente l'inflazione è già passata da un 3% ad un 4.6% a fine anno. La Cina, per combattere l'aumento dei prezzi, utilizza l'arma monetaria: la Banca Centrale cinese può alzare i tassi d'interesse per assorbire la liquidità in eccedenza.
Tuttavia aumentando i tassi al 2,7% ed al 5,81% questi sono al di sotto di 2.5 punti percentuali per tenere sotto controllo l'inflazione.
Se non sarà presa alcuna soluzione energica nei prossimi mesi, la crescita potrebbe fermarsi e sfiorare il 12 % a metà del 2011. Con questo fenomeno l'inflazione potrebbe correre più rapidamente di prima, attestandosi ad un 10%. Con questo livello d'inflazione ed una crescita stagnante, è possibile che si verifichi una reazione brutale della banca centrale della repubblica popolare cinese che per evitare un surriscaldamento della macchina economico-finanziaria potrebbe dover attuare delle manovre che porterebbero la Cina a perdere ben 5 punti di crescita.

Bokobza spiega:"Questo scenario e queste misure sono l'equivalente di una violenta recessione per la Cina".

Questo nuovo scenario provocherebbe a sua volta un nuovo panico sui mercati occidentali per tutte le società multinazionali quotate in borsa e che hanno scommesso nella crescina del Drago cinese e nell'apertura del nuovo mercato interno. Una tale contrazione del mercato potrebbe portare ad una caduta degli ordinativi del 20%, sempre stando a quanto riporta la Société Générale.

Pechino si rende ben conto di questo pericolo, ma le misure sono e saranno tempestive? La chiave sarà l'accesso al credito per le imprese, che la terra di mezzo può gestire aumentando il livello delle riserve per i diversi istituti bancari.

La difficoltà sarà nel gestire tali riserve e di utilizzare questi strumenti al momento giusto, senza aspettare un completo rinnovamento delle équipes ed attendere il congresso del Partito Comunista cinese alla fine del 2012.

(fonte: Le Monde, Claire Gatinois, traduzione Isabella Garofali)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Hey, I am checking this blog using the phone and this appears to be kind of odd. Thought you'd wish to know. This is a great write-up nevertheless, did not mess that up.

- David