domenica 8 aprile 2007
Zhang Ailing 张爱玲
"Preferisco il modo del contrasto sfumato perché è più vicino alla realtà... Nei miei racconti i personaggi non sono eroi, ma portano con sé il peso della nostra epoca. Non sono estremi, ma pesanti. Non possiedono una tragica potenza, soltanto desolazione. Il tragico è una fine, la desolazione una rivelazione."
Dopo aver letto La storia del giogo d'oro, quest'affermazione della scrittrice cinese, acquista verità, anzi conferma ciò che si riesce a percepire dopo aver letto il racconto o "xiaoshuo". Si è pervasi da un senso di pesantezza, dalla consapevolezza che nel mondo della Shanghai anni '30 tutto cambiava ancora molto lentamente.
Le donne come la protagonista Qiqiao, sono ancora parte del meccanismo delle relazioni confuciane e non riescono, anche se dotate di forte personalità, ad imporsi in quel mondo immutabile, che inizia a sgretolarsi alla vigilia dei bombardamenti nipponici.
Ricordo anche il commento e la traduzione al testo della mia docente di cinese Alessandra Cristina Lavagnino, che ha avuto la possibilità ed il coraggio di conoscere la Cina nel periodo della rivoluzione culturale, come unica italiana nella Cina di Mao.
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